Alessandro#1986

Il Mio

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Inverno

Sale la nebbia sui prati bianchi come un cipresso nei camposanti un campanile che non sembra vero segna il confine fra la terra e il cielo. Ma tu che vai, ma tu rimani vedrai la neve se ne andrà domani rifioriranno le gioie passate col vento caldo di un'altra estate. Anche la luce sembra morire nell'ombra incerta di un divenire dove anche l'alba diventa sera e i volti sembrano teschi di cera. Ma tu che vai, ma tu rimani anche la neve morirà domani l'amore ancora ci passerà vicino nella stagione del biancospino. La terra stanca sotto la neve dorme il silenzio di un sonno greve l'inverno raccoglie la sua fatica di mille secoli, da un'alba antica. Ma tu che stai, perché rimani? Un altro inverno tornerà domani cadrà altra neve a consolare i campi cadrà altra neve sui camposanti.

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Romantic Ballad

Primo paragrafo

Era per imbarcarmi che, A questo porto ero venuto Conoscitore di caffé, soltanto, E a tutto il resto sconosciuto. Ma il primo giorno forse fu La troppa nebbia a spaventarmi O il fiato della gioventù, ancora caldo Che non smetteva di tentarmi. Poi cominciai a contare i mesi In faccia a molti marinai Ma l'amicizia ci curava Quanto una maledetta birra Perché loro andavano per mare Io non partivo mai.

Secondo paragrafo

E fu per arrangiarmi che Divenni un giorno capitano Ma solamente di un caffé sul porto Vicino al mare ma lontano. Ci studiavamo diffidenti Io, vecchio straniero senza nave Lui le sue onde intransigenti Di fronte a me Come in un rebus senza chiave. Ma nelle notti di tempesta Che andavo incontro ad ubriacarlo Pieno di wisky e giuramenti E di richieste di pazienza Finché lui non perdono più La mia falsa partenza..

Terzo paragrafo

Ed una notte mi sembrò Che mi chiamasse col mio nome Dicendo: "ti concederò la pace Ma ad una giusta condizione" E così mi convinse Ad andargli sempre più vicino Poi dentro fino alla metà del corpo E poi più in là fino al mattino. La mia condanna è di vagare Lungo le coste d'Inghilterra Senza trovare mai riposo In un paradiso marinaio Perché ho preso il mare, si, Ma camminando sulla terra..

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Titolo del mio poster

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Acque

L' acqua che passa fra il fango di certi canali tra ratti sapienti e pneumatici e ruggine e vetri chissà se è la stessa lucente di sole o fanali che guardo oleosa passare rinchiusa in tre metri. Si può stare ore a cercare se c'è in qualche fosso quell' acqua bevuta di sete o che lava te stesso o se c'è nel suo correre un segno od un suo filo rosso che leghi un qualcosa a qualcosa, un pensiero a un riflesso. Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa, ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente... E cade su me che la prendo e la sento filtrare, leggera infeltrisce i vestiti e intristisce i giardini, portandomi odore d' ozono, giocando a danzare, proietta ricordi sfiniti di vecchi bambini, colpendo implacabile il tetto di lunghi vagoni, destando annoiato interesse negli occhi di un gatto, coprendo col proprio scrosciare lo spacco dei tuoni che restano appesi un momento nel cielo distratto. E l' acqua passa e gira e colora e poi stinge, cos'è che mi respinge e che m' attira; acqua come sudore, acqua fetida e chiara, amara senza gusto né colore. Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa, ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente... E mormora e urla, sussurra, ti parla, ti schianta, evapora in nuvole cupe rigonfie di nero e cade e rimbalza e si muta in persona od in pianta diventa di terra, di vento, di sangue e pensiero. Ma a volte vorresti mangiarla o sentirtici dentro, un sasso che l' apre, che affonda, sparisce e non sente, vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che è il centro di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente. Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto, di me che canto al limite del giorno, tra il buio e la paura del tempo e del destino freddo assassino della notte scura. Ma l' acqua gira e passa e non sa dirmi niente di gente, me, o di quest' aria bassa, ottusa e indifferente cammina e corre via lascia una scia e non gliene frega niente...